mercoledì 29 febbraio 2012

DANIELLE DI MAJO. GRINTA E RISERVATEZZA: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA

«Timida e riservata... queste erano, di solito, le prime due parole scritte sulle mie pagelle delle elementari. Negli anni, però, ho cercato di cambiare questo mio aspetto, aprendomi di più con le persone ed esprimendo altri aspetti importanti di me stessa, quali la grinta, l'energia positiva e la comunicazione».



Danielle Di Majo è una ragazza atipica: i tratti del viso decisi e uno sguardo fiero, tagliente che sa essere anche dolce, celano la personalità complessa di una ragazza schiva, di poche parole, a volte timida, che riserva tutta la sua energia e creatività per il palco, assieme al suo sax.
Ed è proprio lì che la sua essenza viene fuori al meglio regalando a chi l'ascolta momenti di intensa espressività e di energici contrasti.
Ama la natura, il vino rosso e il buon cibo, ascoltare Something Else di Miles Davis o Giant Steps di John Coltrane, ma anche i Red Hot Chili Peppers o le musiche popolari orientali, essendo cresciuta in una famiglia di genitori vissuti in Libia e in Egitto con origini libanesi.
Lei si definisce un'inguaribile sognatrice col “difetto” della testardaggine. Difetto che, però, si è dimostrato un pregio nel momento in cui Danielle decise di diventare una musicista professionista, a venticinque anni: età in cui di solito ci si avvia già verso una carriera. Danielle, invece, avevo solo preso la decisione di studiare uno strumento mai visto prima quale il sassofono e di intraprendere lo studio della musica jazz. Un salto nel buio quasi... che però si è rivelato azzeccato visto che ad oggi è considerata uno dei migliori nuovi talenti del jazz italiano.


La sua non è una storia lineare ma costellata di inizi, abbandoni, decisioni prese, ripensamenti, riflessioni, indice di un percorso intrapreso e vissuto molto intensamente.
Danielle si è avvicinata alla musica molto presto: «Mio padre – racconta - era un appassionato di Jazz delle grandi orchestre (Count Basie, Duke Ellington) e mia madre cantava in un coro. In casa c'erano molti dischi di jazz, musica classica e musica araba e mi piaceva moltissimo ascoltarla con le cuffie giganti di papà per sentirne ogni sfumatura e pienezza dei suoni ad alto volume.
A cinque anni suonavo già il pianoforte classico, ma non ero una gran studiosa, e a tredici smisi di prendere lezioni. Non ho mai abbandonato il piano del tutto, però: come potevo ero sempre a suonare e a scrivere mie composizioni. Ma era una cosa che facevo solo per me, un mio momento magico, quando invece poi mi iscrissi all’università capii che la musica era una cosa troppo importante e che volevo farla al meglio, per cui decisi di iscrivermi ad una scuola di musica nella mia città, Ostia Lido (Rm)».
Questa volta, però, invece della musica classica Danielle opta per lo studio del pianoforte jazz. Così a venticinque anni si mette del tutto in discussione e ricomincia praticamente da zero, ad imparare i primi rudimenti sul pianoforte. Ma in quella scuola avrà una sorta di folgorazione: «Nel laboratorio di musica d'insieme c'era un maestro eccezionale a cui devo veramente tutto: Piero Quarta. Lui è un sassofonista, per cui avevo la possibilità di ascoltare e ammirare i suoi allievi che suonavano il sax: ho praticamente perso la testa per quel suono! In un lampo ho capito cosa volevo: che Piero Quarta mi insegnasse a suonare quel favoloso strumento che è il sax contralto. Per me iniziò una nuova avventura, mi chiusi per tre anni nella cantina del mio condominio, determinata come non mai, uscivo solo per mangiare e dormire. Oggi mi rendo conto che quell'atteggiamento era un pò esagerato, ma ricorderò sempre con piacere quei momenti vissuti in cantina ad ascoltare musica, trascrivere gli assoli di Charlie Parker, Cannonball Adderley, Jackie Mc Lean, Coltrane & Shorter, e poi tutto il lavoro fatto sul suono».
Questa grande determinazione e il “difetto” della testardaggine portarono a Danielle i risultati sperati. Dopo tre anni di studio del sax, militava già in diversi gruppi e aveva creato il suo quintetto con cui fece molta gavetta e concorsi musicali importanti con ottimi risultati.
«Non amo molto le competizioni musicali, ma è anche un mezzo per confrontarsi e farsi conoscere; in quel periodo sono state per me molto formative, soprattutto a livello umano e caratteriale».


E così con il “Danielle Di Majo Quartet” e col “Francesco Diodati Quintet” Danielle partecipa e vince numerosi concorsi internazionali (primo premio a: Incroci Sonori jazz 2004, Talenti Jazz Martina 2004, premio Palazzo Valentini 2004, Barga Jazz 2005, Porsche Jazz 2005).
Nel 2005 le viene assegnato il premio come Miglior Nuovo Talento Emergente al concorso Baronissi Jazz. Nel frattempo non abbandona lo studio e partecipa a numerose Master Class tenute da Maurizio Giammarco, Rosario Giuliani, Bob Mintzer, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Giovanni Tommaso, Kenny Wheeler, Dick Halligan, Roberto Taufic, Giancarlo Maurino & Emanuele Cisi.
Intreccia collaborazioni anche con varie orchestre: la Saint Louis Big Band diretta da Gianni Oddi, la Jazz Studio Big Band diretta da Mario Corvini, la Testaccio Art of Jazz diretta da Claudio Pradò, la Short’s Monday Night Orquestra diretta da Marco Omicini, la V.G. Jazz Ensemble diretta da Roberto Spadoni & la Down Time Big Band diretta da Piero Quarta.
Numerose sono arrivate anche le partecipazioni ai festival: Policoro Jazz Festival, Festival Esperanto, Festival Villa Gordiani, Ronciglione Jazz Festival, Auditorium Parco della Musica, Barga Jazz , Avignon Jazz Festival, Baronissi Jazz, Villa Celimontana ”jazz Image”, Badia Jazz Festival Jazz on the road, Woma jazz festival.
Attualmente Danielle è impegnata nella direzione del “Danielle Di Majo Quintet” con cui scrive composizioni originali.



ECCEDERE DI BLU

Danielle Di majo (alto); Antonello Sorrentino (tr); Francesco Diodati (ch); Riccardo Gola (cb); Ermanno Baron (batt).
Special guest: Giancarlo Maurino (sop su #4, 6)

Nel marzo 2010 esce l'album da leader del Danielle Di Majo Quintet: “Eccedere di blu” pubblicato da Picanto Records, una tappa che rappresenta per Danielle sia un punto di arrivo dopo diversi anni di studio, premi, concorsi, concerti e collaborazioni e un disco a suo nome (“Chromatism" edito dalla Philology) che un punto di partenza: «Sicuramente tra i progetti futuri c'è la preparazione del nuovo disco col mio quintetto e con “Unfold” di Giancarlo Maurino».
Il quintet si è formato molto tempo prima dell'uscita del disco: «Eravamo tutti studenti di scuole di musica – racconta Danielle - avevamo la stessa voglia di fare e tanta grinta, è stato facile, insieme abbiamo avuto tante soddisfazioni e ora ognuno di noi ha avuto e ha molti riconoscimenti nell’ambito musicale italiano. Essere leader di un gruppo totalmente maschile non comporta per me nessun problema, anche perché siamo molto amici e non faccio nessuna fatica a portarlo avanti, loro rispettano me come io faccio con loro».
In questo album il Blu è inteso e proposto dall'autrice come profondità, intensità e freschezza, nell'intento di trasformare le emozioni in colori e musica.
I brani, composizioni originali della leader, dalle sonorità moderne e accattivanti, sono piccoli racconti e frammenti di vita, ogni pezzo ha una sua storia e gli arrangiamenti sono costruiti su melodie e poliritmie che rappresentano delle atmosfere emozionali. Un piccolo ritratto o una fotografia della Danielle di qualche anno fa: «Ho già in mente il prossimo disco – afferma - che sarà completamente diverso da questo: la musica cresce con me e assume colori e tonalità diverse!»
Nel frattempo, l'ascolto di questo disco è fluido e piacevole pur essendo il risultato di un lavoro complesso che sceglie di dare molta importanza alla composizione e all’arrangiamento di ciascun brano e dedica particolare attenzione alla ricerca di soluzioni formali alternative quali l’utilizzo di metriche inusuali. Parallelamente, la ricerca di una propria identità di gruppo si esplica nell’utilizzo di una timbrica che risulta al contempo moderna ed acustica. La ritmica è composta dal solido contrabbassismo di Riccardo Gola, dal trascinante drumming di Ermanno Baron e dall’eclettico chitarrismo di Marco Bonini, il tutto amalgamato dal suono prettamente espressivo e personale di Antonello Sorrentino. Danielle Di Majo ha fatto della ricerca melodica, del suono e della creatività compositiva le sue peculiarità.



FORMAZIONI

  • “WOMEN NEXT DOOR”, standards jazz rivisitati da Elisabetta Antonini (Elisabetta Antonini: voce; Gaia Possenti: piano; Federica Michisanti: contrabbasso; Giorgio Cuscito guest: Vibrafono)
  • CATERINA PALAZZI QUARTET, band che propone musica originale dalle infusioni Jazz & Rock. (Caterina Palazzi: Contrabbasso & arrangiamenti; Giacomo Ancillotto: Chitarra; Maurizio Chiavaro: Batteria)
  • GIULIA FIRPO 4TET “AROUND JONI”, tributo con arrangiamenti originali a Joni Mitchell (Giulia Firpo: voce; Tiziana Cappellino: pianoforte; Isabella Rizzo: Contrabbasso)
  • ROUND TRIP TRIO: tributo a Ornette Coleman (con Fulvio Buccafusco: Contrabbasso; Emilio Bernè: Batteria)
  • CO3: trio di composizioni originali di Angelo Conto: Piano; Donato Stolfi: batteria.
  • UNFOLD 5et: composizioni originali di Giancarlo Maurino: Sax Soprano,Alto, Tenore & Baritrono; Fabio Giachino: piano; Mauro Battisti: Contrabbasso e bass el.; Mattia Barbieri: batteria.


    ALCUNI VIDEO







    Per ascolti e per essere sempre aggiornati su Danielle Di Majo:



2 commenti:

  1. Very good musician and music .. and very pretty too :)

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  2. Thanks for the comment! Danielle is one of the best young Italian saxophonists!

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